Il nome d’arte MOG viene dalle sue prime sculture in marmo dove risultò evidente la difficoltà di firmarsi con l’intero nome: Morgana Orsetta Ghini.

Il Liceo Artistico e l’Accademia, con laurea Cum Laude a Carrara, un anno di apprendistato nella fusione del bronzo e la lavorazione del ferro a Tenerife, l’inizio del lavoro già molto presto con collettive e performances, hanno permesso di dare subito una forte identità al lavoro di Morgana. La coerenza dell’approccio creativo appare immediatamente caratterizzato dal rigore concettuale e formale. Al centro del suo messaggio, infatti, MOG pone l’essenza femminile, intesa come vita e fulcro della continuità della nostra specie.

 

Questo concetto è raffigurato attraverso un raffinato e discreto uso delle forme della vulva, che diventano tratto caratteristico dell’intera serie delle sue opere.

 

Così la vulva diventa, di volta in volta, installazione che denuncia il dramma dell’infibulazione, simbolo della continuità dell’esistenza umana, segno di orgogliosa parità, denuncia di violazioni oltre che gradevole simbolo di superamento di inibizioni culturali sotto forma di prezioso monile che arricchisce e decora.

 

L’ampiezza dei temi affrontati, nelle più diverse forme, fa si che la vagina venga declinata dall’artista in modi sempre differenti, anche se ben riconoscibile, con un linguaggio sostanzialmente astratto che non altera la forma scelta anche quando sono i materiali a cambiare, sia che si tratti di sculture, installazioni o gioielli. Dal marmo al ferro, dall’argento all’oro e al bronzo, fino alle resine, agli acquerelli, e al ricamo sono i materiali con cui Morgana si confronta.

 

I suoi gioielli, iniziati con la prima collezione nel 2004, vengono interpretati come piccole “sculture da viaggio” da indossare per il proprio intimo piacere e per il piacevole e garbato messaggio che contengono.

 

“Possedere, collezionare ed usare sculture da viaggio, è cosa di riconosciuta raffinatezza” dice MOG “ il loro scopo, infatti, è di poter portare con sé oggetti d’arte e di comunicare in modo denso di significati: una scultura da viaggio da indossare, valorizza anche il più semplice degli indumenti andando oltre il consueto gioiello”.

 

Nel 1866 Gustave Courbet col suo celebre dipinto “L’origine del mondo”, volle ricordare ciò da cui tutto ha inizio. Oggi, dopo 150 anni, ogni donna è consapevole di essere portatrice di questo messaggio così come sa che ogni tabù è figlio di una cultura che si sta sgretolando senza incertezze. Il lavoro di MOG, Morgana Orsetta Ghini, ne è un prezioso esempio.